Sembra essere un combinato disposto: mentre Nestlé invita a brindare con il latte di piselli promosso con A dal Nutriscore, la Commissione Ue cerca di far passare la definizione latte anche per le bevande vegetali. Poi si scopre che il 60% dei latticini della multinazionale svizzera non sono considerati salutari dallo stesso colosso alimentare che li produce.
Due terzi dei prodotti Nestlé non sono salutari. Oppure un terzo dei prodotti è stato promosso.
Tutto nasce dalla notizia - riportata dal Financial Times - del documento interno della multinazionale svizzera dal quale emerge che la maggior parte dei cibi e delle bevande più famosi del Gruppo non possono essere inseriti nella “recognised definition of health” (definizione condivisa di salute utilizzata per valutare i propri prodotti) e, parole della stessa Nestlé, “alcune delle nostre categorie e prodotti non saranno mai salutari (healthy)”.
In sostanza il 37% dei cibi e bevande prodotti dal gruppo in termini di fatturato ha una valutazione appena sopra la soglia minima dei 3,5 punti.
Esclusi il cibo per animali e i prodotti legati alla nutrizione medica specializzata, si tratta in particolare, del 96 per cento delle bevande e del 99 per cento dei prodotti dolciari e gelati dell’azienda che non sono stati promossi. Così come sarebbero stati bocciati l’82 per cento delle acque aromatizzate e il 60 per cento dei latticini.
Tra gli esempi fatti ci sarebbe il Nesquik aromatizzato alla fragola e venduto solo negli Stati Uniti. Il prodotto - pubblicizzato come 'perfetto per la colazione e per preparare i bambini alla giornata', contiene 14 grammi di zucchero su 14 grammi di prodotto, oltre a coloranti e aromi.
Nestlé da anni cerca di migliorare i propri prodotti dal punto di vista salutare e negli ultimi anni ha lanciato sul mercato prodotti tesi a permettono alle famiglie e ai bambini di raggiungere i parametri di una nutrizione adeguata fissati dalle organizzazioni internazionali. Ma, sempre nel documento riportato dal Financial Times, emergerebbe che nonostante "miglioramenti significativi ai prodotti", l’offerta "è ancora ben al di sotto" degli standard di alimenti salutari fissati dai principali indicatori internazionali.
Nestlé ha accettato il Nutriscore, il sistema di etichettatura francese che promuove o boccia un prodotto alimentare secondo alcuni parametri svincolati dalla dose raccomandata basandosi invece sui 100 grammi di prodotto. La multinazionale aveva chiesto un incontro al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, declinato poi dallo stesso titolare del dicastero quando il vicepresidente di Nestlé Europa aveva invitato in un post a brindare con il latte di piselli, promosso con una A dal Nutriscore.
Poche settimane dopo la Commissione Ue ha tentato di far passare - all'emendamento 171 alla proposta di modifica del Regolamento 1308 deputato a introdurre norme stringenti sulle pratiche commerciali - la definizione 'latte' anche per i prodotti vegetali dando così il via libera a prodotti come il latte di piselli proprio della Nestlé. Tentativo fermato dal Consiglio Ue dei ministri agricoli.
L'articolo Nestlé ‘boccia’ se stessa: 1 prodotto su 3 e 60% latticini non salutare. E punta su Nutriscore e latte di piselli mentre Ue prova a cambiare le regole proviene da Agricolae.