Con la sentenza n. 6940/2021, pronunciata a seguito del ricorso del CAA “CANAPA” (il Centro Agricolo di Assistenza di riferimento per gli Agrotecnici e gli Agrotecnici laureati), il TAR Lazio ha annullato la delibera di AGEA che escludeva i liberi professionisti dal settore dei CAA, esclusione perpetrata tramite il diabolico marchingegno di inibire ai liberi professionisti l’accesso al SIAN (il Sistema Informativo Agricolo Nazionale), consentendolo invece ai soli dipendenti dei CAA, in questo modo peraltro “consegnando” l’intero settore al monopolio dei CAA delle Organizzazioni datoriali/sindacali agricole.
La violenta e brutale emarginazione dei liberi professionisti, pervicacemente voluta dal Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI, era in se emblematica, perchè la posta in gioco non erano soltanto i 2.500 posti di lavoro dei liberi professionisti in tal modo esclusi e la possibilità dei CAA di professionisti di continuare ad esistere come tali -comunque non poco-, ma era soprattutto la libertà di iniziativa economica ed il “diritto al lavoro”, garantito costituzionalmente.
Per questo il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si era fermamente battuto per impedire questo scellerato disegno, per garantire ai professionisti il legittimo esercizio del diritto a svolgere la loro attività, contro la nascita di un monopolio di fatto.
Adesso il TAR con la sentenza n. 6940/2021 (la terza di questo tipo, dopo quelle riferite ai CAA Liberi professionisti e SAE, di identico contenuto) ha rimesso le cose al loro posto, annullando la delibera del Direttore PAPA PAGLIARDINI che imponeva la totale emarginazione dei liberi professionisti dai CAA, peraltro da costui curiosamente adottata mentre era azionista di una Società riconducibile ad una Organizzazione datoriale “che beneficia dei fondi comunitari erogati da AGEA”, circostanza a tutti ignota e resa nota da una interrogazione parlamentare del Sen. Saverio DE BONIS ed altri (a seguito di quella rivelazione il Direttore di AGEA vendette precipitosamente le sue quote).
I Giudici amministrativi hanno basato la decisione di annullamento della delibera di AGEA sui seguenti principi, che rappresentano certamente una garanzia anche per il futuro:
- non esiste (come affermato dal Direttore di AGEA) “una superiorità di un modello organizzativo (dei CAA) basato sui lavoratori dipendenti rispetto ad una struttura che si basi su collaborazioni con liberi professionisti”;
- l’ordinamento richiede ai liberi professionisti “requisiti più stringenti di quelli chiesti ai dipendenti”;
- la maggior efficienza del modello organizzativo “solo dipendenti” è priva di motivazioni per cui “non risulta sussistere in fatto”;
- il modello organizzativo “solo dipendenti”, imposto dal Direttore PAPA PAGLIARDINI “non risulta congruente con la perseguita finalità di consentire un processo di efficientamento dei CAA e, per il tramite di questo, di AGEA”.
“Al netto della prosecuzione della lite giudiziaria nei successivi gradi di giudizio -dichiara Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-, ora che la verità è stata ripristinata alcune riflessioni sono necessarie, e riguardano tutte il ruolo dell’attuale Direttore di AGEA, che per 18 mesi ha impegnato l’Agenzia in uno scontro frontale con i liberi professionisti cercando di letteralmente “eliminarli” dal SIAN, così oggettivamente favorendo i CAA di emanazione datoriale/sindacale.
Era questa la prima e la principale necessità di AGEA? Un Ente spesso protagonista -come vittima- di frodi milionarie di contributi europei avrebbe forse dovuto dedicare a questo fronte ogni sforzo!
Un Ente oggetto di critiche quotidiane da parte degli imprenditori agricoli e dei suoi fruitori per inefficienze e ritardi non avrebbe forse dovuto impegnarsi a migliorarsi? Va ricordato, ad esempio -uno fra i tanti-, che dopo oltre 4 anni e mezzo dalla sua indizione (avvenuta nel settembre 2016) la gara per la gestione del SIAN di AGEA non risulta ancora interamente conclusa (e lo sarà, forse, nel 2022): oltre cinque anni per concludere una gara che prevede una durata del servizio di cinque anni!
Tutto questo mentre l’impegno del Direttore di AGEA è apparentemente soprattutto rivolto ad “eliminare” dal SIAN i liberi professionisti.
Invito il Direttore Papa Pagliardini -prosegue Orlandi- a trarre le debite conseguenze dei risultati dei suoi atti, dimettendosi. Ed ove egli non abbia questa sensibilità istituzionale dovrebbe essere il Ministro Stefano PATUANELLI, persona degnissima e lontanissima da queste vicende, ad accompagnarlo alla porta.”
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