Sono in stallo i negoziati sui 386,6 miliardi della nuova politica agricola comune (PAC). Il dibattito tra Parlamento europeo e ministri dell’Agricoltura degli stati membri va avanti da martedì.
“I ministri dell’Agricoltura non hanno voluto trovare un accordo con il Parlamento europeo, soprattutto per quanto riguarda le nostre richieste riguardo a una maggiore sostenibilità”, dichiara l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, che ha partecipato ai negoziati in quanto responsabile del Partito Popolare Europeo sulle questioni agricole.
“Gli stati membri hanno cercato di ostacolare un’altra delle nostre principali richieste, ovvero la redistribuzione dei fondi dalle grandi aziende a quelle piccole e medie. Soprattutto, il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura non è sembrato disposto a mettere fine ai privilegi dei proprietari di grandi terreni agricoli, uno dei punti sui quali la delegazione parlamentare ha invece più insistito. Con queste premesse, per noi deputati era impossibile chiudere l’accordo. Dato che il Consiglio, per il momento almeno, non mostra alcuna disponibilità al compromesso, il risultato dei negoziati resta aperto”, sostiene Dorfmann, che aggiunge: “Da un lato, bisogna tenere conto dell’epoca in cui viviamo e definire le regole della PAC in modo che ogni agricoltore che fa attenzione all’ambiente e, in questo modo, produce alimenti di alta qualità, riceva i fondi europei necessari. Dall’altro lato, invece, è urgente mettere fine alle rendite ingiustificate! Dato che vari ministri dell’Agricoltura non sembrano di questo avviso, forse è meglio che non sia stato raggiunto alcun compromesso”.
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