Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00656
presentato da
INVIDIA Niccolò
testo di
Martedì 11 maggio 2021, seduta n. 505
La XI Commissione,
premesso che:
i recenti e tragici casi di cronaca hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sul numero inaccettabilmente elevato di infortuni sul luogo di lavoro, che troppo spesso hanno conseguenze mortali per i lavoratori;
i dati relativi agli infortuni sul lavoro registrati su base mensile dall'Inail nell'anno 2020 indicano un numero di denunce di infortunio pari a 554.340, con un calo del 13,6 per cento rispetto alle 641.638 del 2019, ancora più accentuato per gli infortuni in itinere, che si sono ridotti del 38,3 per cento rispetto all'anno precedente, anche in considerazione della riduzione degli spostamenti conseguente al maggiore ricorso allo svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità agile;
in particolare, per il settore relativo a industria e servizi, nei mesi di febbraio e marzo dello scorso anno si è registrato un incremento del numero degli incidenti, seguito da riduzioni, anche significative nei mesi tra aprile e settembre e da una nuova pronunciata crescita nei mesi da ottobre a dicembre, alla quale ha contribuito anche l'andamento del settore relativo a sanità e assistenza sociale, che su base annuale ha registrato una crescita degli incidenti del 206 per cento, con denunce riconducibili, nei tre quarti dei casi, a casi di contagio da COVID-19, mentre la gestione relativa all'agricoltura, a parte un leggero incremento registrato nel mese di febbraio, ha presentato cali infortunistici in tutti gli altri mesi del 2020;
su un piano generale, il numero di incidenti sul lavoro è fortemente condizionato dall'andamento dell'economia, in quanto nelle fasi cicliche di rallentamento della produzione e di diminuzione delle ore lavorate il numero degli infortuni si riduce, per poi tornare a crescere con l'arrivo della fase di ripresa;
per le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale i dati Inail riferiti all'anno 2020 evidenziano una crescita eccezionale, del 16,6 per cento, per un valore assoluto di 1.270 casi rispetto ai 1.089 del 2019, con un dato influenzato in modo significativo dall'andamento dei decessi avvenuti nel 2020 a causa dell'infezione da COVID-19 in ambito lavorativo, che sono inquadrati, per l'aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro e che rappresentano circa un terzo di quelli denunciati all'Inail nello stesso anno 2020;
i dati relativi al 2020, per altro verso, registrano una riduzione del 30,1 per cento degli infortuni con esito mortale avvenuti in itinere, che passano dai 306 casi del 2019 ai 214 casi del 2020;
sulla base dei più recenti dati pubblicati dall'Inail nel bollettino trimestrale delle denunce di infortunio e malattie professionali, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2021 si sono rilevate complessivamente 128.671 denunce di infortunio, con una riduzione dell'1,71 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno 2020, mentre le denunce di infortunio con esito mortale sono state 185, a fronte delle 166 denunce rilevate nell'analogo periodo del 2020, con una crescita dell'11,45 per cento rispetto al primo trimestre dello scorso anno, che ha riguardato sia la componente femminile, con 14 denunce a fronte delle 11 rilevate nell'analogo periodo dell'anno precedente, sia la componente maschile, con 171 denunce a fronte delle 155 rilevate nel 2020;
la diminuzione del numero delle denunce di infortunio nel primo trimestre del 2021 è peraltro da ricondursi esclusivamente alla riduzione del numero degli infortuni in itinere, che si sono ridotti del 23,41 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre gli infortuni in occasione di lavoro sono passati da 113.428 a 115.286, con un aumento dell'1,64 per cento;
un analogo andamento si riscontra anche con riferimento alle denunce di infortunio con esito mortale, in quanto le denunce riferite a infortuni in occasione di lavoro registrano un incremento, nel primo trimestre del 2021, del 35,09 per cento, mentre quelle per gli infortuni in itinere fanno segnare una diminuzione del 40,38 per cento, passando da 52 a 31;
oltre ai dati ufficiali, bisogna considerare migliaia di infortuni che ogni anno non emergono, poiché coinvolgono lavoratori «in nero» o comunque con rapporti di lavoro irregolari; al riguardo, dal Rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale per l'anno 2020, pubblicato dall'ispettorato del lavoro, emerge che circa il 29 per cento dei 62.135 lavoratori considerati irregolari a seguito degli accertamenti è risultato essere occupato «in nero» e che la presenza di lavoratori «in nero» è stata mediamente riscontrata in quasi il 43 per cento delle ispezioni in cui sono stati accertati illeciti, dato sostanzialmente allineato a quello dell'anno precedente, pari a quasi il 45 per cento;
il predetto Rapporto indica che l'azione ispettiva svolta in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ha riguardato 10.069 aziende, 8.068 delle quali sono risultate irregolari, con un tasso di irregolarità del 79,3 per cento, con la conseguente contestazione di 12.020 violazioni di disposizioni penali e 521 violazioni di carattere amministrativo;
nel parere sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dalla XI Commissione nella seduta del 16 marzo 2021 era contenuta una specifica osservazione con la quale si sollecitava il Governo ad adottare un grande piano strategico nazionale per aumentare i livelli di sicurezza sul lavoro;
nel Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato alla Commissione europea il 30 aprile 2021 si fa riferimento al rafforzamento già programmato dell'Ispettorato nazionale del lavoro, con l'assunzione nei prossimi mesi di circa 2.000 nuovi ispettori su un organico corrente di circa 4.500 unità di personale;
precise indicazioni sulle criticità del sistema delle ispezioni sul lavoro e sulle possibili innovazioni da introdurre sono contenute nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva (Doc. XVII, n. 7), approvato dalla XI Commissione nella seduta del 2 dicembre 2020;
nell'ambito della richiamata indagine conoscitiva si era, in particolare, sottolineato il progressivo assottigliamento delle risorse umane destinate ai controlli, evidenziando come l'Inail nel 2019 potesse contare, per lo svolgimento dei controlli di propria competenza, solamente su 269 ispettori, a fronte dei 284 in servizio nel 2018, dei 299 in servizio nel 2017 e dei 350 in servizio nel 2016;
con il Documento di economia e finanza 2021 il Governo ha indicato, tra i provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica, un disegno di legge in materia di aggiornamento e riordino della disciplina relativa alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, confermando quanto già previsto nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020;
il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nella sua audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza, svolta il 15 marzo 2021, presso le Commissioni riunite XI e XII, ha sottolineato l'esigenza di proseguire in battaglie storiche, come la lotta al caporalato e la tutela della sicurezza nei posti di lavoro;
risulta inaccettabile che, nonostante l'inarrestabile progresso tecnologico degli ultimi decenni e i continui aggiornamenti alla legislazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, si verifichino ancora così tanti incidenti, di cui molti con esito mortale;
il tema della sicurezza sul lavoro, anche per i lavoratori autonomi, assume una particolare urgenza nell'attuale contesto storico, nel quale si prospetta una progressiva ripresa dell'attività economica dopo la crisi derivante dalla pandemia da COVID-19, sostenuta anche da ingenti investimenti pubblici in infrastrutture e opere edilizie, da realizzare in tempi contenuti;
l'alta incidenza degli infortuni da COVID-19 sul numero delle denunce rischia di non fotografare adeguatamente la realtà o di far passare in secondo piano tragedie che, se non adeguatamente affrontate, continueranno purtroppo a verificarsi anche quando il COVID-19 sarà definitivamente sconfitto;
a tale ultimo proposito non bisogna dimenticare che nel corso degli anni passati l'agricoltura e l'edilizia si sono contese il triste primato di incidenti, dovuti in gran parte all'utilizzo di macchinari e attrezzature non idonei, insicuri ed obsoleti oppure al ricorso a manodopera irregolare o non qualificata;
appare necessario promuovere una maggiore consapevolezza dell'esigenza di creare condizioni di lavoro che garantiscano la dignità delle persone e la tutela della loro integrità psicofisica, attraverso la promozione di una capillare attività di formazione permanente e continua nei luoghi di lavoro in materia di sicurezza e di informazione di qualità,
impegna il Governo:
ad adottare, previo confronto con tutte le istituzioni coinvolte a livello centrale e territoriale e con i rappresentanti delle parti sociali, un piano organico che sviluppi una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro, che aumenti i livelli di sicurezza, a tutela della dignità dei lavoratori, attraverso misure che incidano sui diversi settori rilevanti per assicurare adeguati livelli di protezione, valutando in particolare l'esigenza di adottare iniziative per:
a) rafforzare le politiche e gli interventi finalizzati alla prevenzione, alla formazione, all'informazione e alla responsabilizzazione in materia di sicurezza sul lavoro, considerando in particolare la necessità di:
1) prevedere incentivi per le iniziative di formazione promosse dalle imprese;
2) incrementare l'ammontare delle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, per i bandi Isi-Inail finalizzati a progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro rivolti in particolare alle piccole, medie e micro imprese, nonché dei progetti volti a sperimentare soluzioni innovative e strumenti di natura organizzativa e gestionale ispirati ai principi di responsabilità sociale delle imprese;
3) prevedere agevolazioni fiscali sia per incrementare la formazione continua del personale, sia per favorire il rinnovo dei macchinari, molto spesso causa di incidenti perché troppo obsoleti;
4) sostenere gli investimenti a favore della sicurezza sul lavoro, nonché dell'ammodernamento delle imprese agricole ed edili e dei relativi metodi e strumenti di lavoro;
5) verificare, in questo contesto, la possibilità di utilizzare parzialmente le ingenti risorse versate alla Tesoreria dello Stato dall'Inail come riserve tecniche;
b) promuovere l'incremento dei livelli di qualità dell'organizzazione aziendale, nel quadro dei processi di innovazione legati anche alla transizione ecologica e digitale, sfruttandone le potenzialità in termini di creazione delle condizioni per un lavoro sicuro e di qualità, anche grazie alle opportunità offerte in termini di prevenzione degli incidenti dalla diffusione delle nuove tecnologie, nella consapevolezza che una reale transizione ecologica deve essere necessariamente integrale, ponendo al centro delle innovazioni organizzative e produttive il lavoratore;
c) aggiornare il quadro normativo vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro al fine di rafforzare le tutele per i lavoratori, anche in considerazione dei principi stabiliti dalle convenzioni e dalle raccomandazioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro, tenendo altresì conto dell'evoluzione dei sistemi e dei processi produttivi;
d) promuovere lo svolgimento di campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolte anche alle istituzioni scolastiche, sui temi della sicurezza del lavoro e della prevenzione degli infortuni, nonché del grave problema del lavoro «in nero» o irregolare, considerando che per un'efficace azione di tutela dei lavoratori, anche in termini di sicurezza, va intensificato il contrasto al lavoro sommerso;
e) consolidare e rafforzare l'attività di controllo in materia di sicurezza sul lavoro, considerando in particolare la necessità di:
1) superare le disposizioni di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, relative al ruolo ad esaurimento del personale ispettivo dell'Inps e dell'Inail, nonché riportare in capo ai due istituti l'autonomia e le competenze con riferimento al relativo personale ispettivo, nel quadro del coordinamento assicurato dall'Ispettorato nazionale del lavoro;
2) assicurare l'interoperabilità e la piena condivisione tra Ispettorato nazionale del lavoro e Inail delle banche dati rilevanti ai fini delle attività di controllo, nel rispetto della normativa relativa alla protezione dei dati personali;
3) prevedere una nuova funzione di vigilanza collaborativa del personale sanitario Inail, anche al fine di garantire alle imprese il supporto formativo nell'attività di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro;
4) affinare, anche attraverso una loro migliore organizzazione e integrazione, le procedure ispettive di competenza delle aziende sanitarie, anche al fine di contrastare i fattori di rischio biologico, tenendo conto della necessità di implementare adeguate azioni di prevenzione e contenimento del rischio epidemiologico da COVID-19;
f) prevedere l'istituzione di un apposito Fondo che, attraverso convenzioni con gli istituti scolastici e accademici o mediante l'erogazione di borse di studio, possa garantire ai figli delle vittime delle cosiddette «morti bianche» il completamento del loro percorso di studi.
(7-00656) «Invidia, Giaccone, Viscomi, Zangrillo, Frate, Rizzetto, D'Alessandro, Epifani».
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