“Una ‘battaglia’ durata mesi con l’esito finale auspicato, che permette ai liberi professionisti dell’agricoltura, di poter continuare ad esercitare la professione. Grazie al nostro ricorso – con il supporto della Reti professioni tecniche e Collegio Periti Agrari ad adiuvandum - si è evitato così un’azione discriminatoria e ingiustificata contro migliaia di liberi professionisti che quotidianamente, con competenza e con professionalità, sono al fianco delle aziende agricole italiane”.
A sottolinearlo è Massimiliano Ricci, presidente del CAA Gruppo Liberi Professionisti, due giorni dopo la sentenza del Tar del Lazione che ha accolto il ricorso del CAA Liberi Professionisti, contro la delibera di convenzione di AGEA che prevedeva l’espulsione dei Liberi Professionisti dalle attività di gestione del fascicolo del produttore.
“Come già ribadito appena abbiamo saputo l’esito della sentenza – commenta il direttore del CAA del Gruppo Liberi Professioni e presidente del Gruppo Liberi Professionisti, Lorenzo Benanti -, è stato così annullato il dispositivo che obbligava all’assunzione degli operatori. Si trattava di un grande abbaglio, quello preso da Agea, su un punto nodale della professione. Il fatto che i liberi professionisti abbiano titolo e possano fornire al mondo dell’agricoltura servizi e competenze, con responsabilità e efficienza, a sostegno del sistema Paese e delle sue imprese agricole, è assodato e a dirlo è la legge. Con questa sentenza è stata fatta ulteriore chiarezza, e auspichiamo che non ci siano più fraintendimenti nel futuro”
La sentenza era attesa entro il prossimo 30 settembre, ovvero prima dello scoccare del termine entro cui AGEA avrebbe potuto disabilitare le credenziali di accesso al SIAN agli operatori non lavoratori dipendenti ma liberi professionisti.
Si è trattato di un legittimo impedimento dello svolgimento della professione, al quale il Tar del Lazio ha posto rimedio: “Questi mesi in cui abbiamo dovuto rivolgersi alla Legge per vedere garantito un sacrosanto diritto per migliaia di professionisti italiani – spiega Benanti – hanno creato ulteriore incertezza, oltre a quella data dagli effetti della pandemia. Si è trattato di un attacco senza giustificazioni logiche da parte di Agea nei confronti dei professionisti italiani, che hanno le competenze stabilite dalla legge, le responsabilità nei confronti della società civile ed una formazione continua obbligatoria sancita con l’ultima riforma delle professioni.
Il Gruppo Liberi Professionisti – presente in 62 province italiane e in 15 regioni, con oltre 600 professionisti e 160 studi associati – non può accettare una decisione presa da pochi funzionari di Agea ai danni di migliaia di professionisti.
“Adesso ripartiamo – conclude Benanti – sperando in un’Agea sempre più efficiente, e ovviamente in questo senso, siamo pienamente disponibili ad un confronto costruttivo e utile, sempre per garantire migliori servizi agli agricoltori, che ora più che mai hanno bisogno di regole certe e competenze per il rilancio del settore nel post pandemia”.
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