“La domanda a livello mondiale di miele cresce ininterrottamente dal 2010, con un incremento costante di 20mila tonnellate all’anno.
Questo consumo deriva in parte dalla crescita della popolazione mondiale e dall’altra parte da una preferenza del consumatore verso alimenti naturali e sani. Tuttavia a forte di questo incremento della domanda non c’è una crescita della capacità produttiva mondiale.
Il mondo dell’apicoltura mondiale non è in grado di crescere simmetricamente”.
Così il Presidente Unaapi, Giuseppe Cefalo, nel corso dell’audizione in Comagri Senato, in relazione all'affare assegnato n. 338 (problematiche del settore dell'apicoltura).
“Nell’Ue, e soprattutto in alcune aree del mediterraneo o dell’est Europa, si registrano con cadenze annuali cali della produzione. Queste flessioni sono imputabili a una serie di concause come la crescita della monocoltura e dunque la perdita di aree impollinabili dalle api, ma anche l’impatto devastante dei pesticidi, la diffusione di nuove parassitosi e il cambiamento climatico caratterizzato da fenomeni estremi” prosegue.
“Data la sua alta richiesta il miele è quindi un prodotto che presta il fianco alle frodi, ed è infatti il terzo alimento più contraffatto al mondo, dopo il latte e l’olio.
In questa situazione drammatica ci sono dei paesi che riescono ad entrare nel mercato con delle produzioni assolutamente ingiustificate, con degli incrementi produttivi e trend di crescita costante come la Cina. Proprio in Cina però il numero degli alveari resta costante, se non in lieve flessione, non si spiega perciò l’aumento produttivo. È verosimile dunque pensare che il prodotto che viene da loro venduto in Ue come miele non sia tale. Dal 2013 in poi le esportazioni di miele cinese in Europa sono aumentate mediamente di 80mila tonnellate all’anno e la Cina rappresenta ben il 50% dell’import totale di miele in Ue, ad un prezzo medio di 1,24 euro al kg. Già questo dato di vendita motiva dei sospetti fondati.
Il miele destinato invece al mercato interno cinese si aggira sui 9 euro, con punte fino ai 36 euro.
Questa differenza di prezzo non può essere spiegato se non attraverso un processo fraudolento, caratterizzato da un’aggiunta massiccia di sciroppo di zucchero” sottolinea Cefalo.
“Un altro paese con una crescita insolita è l’Ucraina, passando dalle 20mila tonnellate di miele esportato del 2013 alle 47mila del 2017, con un prezzo medio che si aggira a circa 1,69 euro.
Il prodotto miele venduto dalla Cina alla Ue è tale per le norme di produzione cinese ma non per quelle europee. Non è conforme alla nostre normative, per cui abbastanza consapevolmente chi importa, commercializza e rivende un prodotto acquistato in Cina a prezzi così bassi commette una frode. Una frode che però passa impunita e sotto traccia, perché quello che l’Europa acquista dalla Cina non è miele” evidenzia.
“Il miele è un alimento eccezionale, frutto dell’interazione tra mondo animale e vegetale. Nessun procedimento umano può arrivare a trasformare dal punto di vista industriale quello che fanno le api, ci si può avvicinare ma non è miele.
Questo fissa il punto di partenza, al prodotto miele l’uomo non può aggiungere nulla. Questa è la definizione che la direttiva comunitaria attribuisce al miele. In Cina si compie invece un processo di maturazione accelerata, che ai sensi della direttiva europea -lo ripeto- non è miele” dichiara Cefalo.
“Riteniamo di fondamentale importanza adoperarsi in Ue e in Italia affinché nell’etichettatura del miele vi sia obbligatoriamente indicato il paese d’origine. Proponiamo che vengano indicati anche le percentuali dei mieli presenti nella miscela e che i nomi dei paesi siano facilmente identificabili, senza cioè sigle.
Occorre rafforzare il sistema di tracciabilità non solo per il miele confezionato ma anche per quello sfuso, così da aumentare la trasparenza. Infine per i lotti superiori ad un certo numero di tonnellaggio si introducano nuovi sistemi di analisi, servono controlli più incisivi altrimenti chi falsifica il prodotto sarà sempre più avanti di noi. Bisogna attivarsi poi per individuare nuove tecniche di individuazione delle adulterazioni e che siano ampiamente diffuse. Per ultimo la creazione di un Osservatorio europeo per il mercato del miele, con lo scopo di monitorare l’andamento dei prezzi, importazioni ecc.
In Italia occorre spostare il controllo sulla qualità e l’origine del miele. Ci dobbiamo poi adoperare affinché l’Efsa formuli delle indicazioni chiare e univoche sulla salubrità del miele” conclude.
L'articolo Apicoltura, Comagri Senato. Cefalo (Unaapi): Produzioni adulterate, stop a import falso miele cinese. Etichettatura, controlli e Osservatorio europeo per tutelare vero miele proviene da Agricolae.
https://ift.tt/3tAXfqQ