“La sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto lascia sperare che questo 31 maggio diventi una giornata storica per il territorio ionico”. È quanto sostiene a caldo il presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro. “Oggi la Corte d’assise ha finalmente stabilito che la città di Taranto ha subito per decenni enormi danni in termini umani, sociali ed economici. Questa giornata è da intendersi dunque come uno spartiacque tra il vecchio modello di economia per il territorio ionico e il nuovo. Da oggi inizia il passaggio verso nuovi scenari, inizia la transizione ambientale ed energetica. E in questi nuovi scenari c’è di certo un’economia ecocompatibile, c’è l’agricoltura fatta con piglio imprenditoriale ma anche con giudizio. Taranto può e deve cambiare”. Confagricoltura Taranto attraverso l’avvocato Donato Salinari è l’unica organizzazione di agricoltori ammessa come parte civile nel processo con una richiesta di 10 milioni di euro di cui 2 milioni di euro di provvisionale. Per l’organizzazione il danno ambientale prodotto ha leso il diritto alla salute, alla proprietà ed all'iniziativa economica degli agricoltori associati all'Unione Provinciale Agricoltori di Taranto che ‘dalle pervicaci condotte lesive – si legge nella richiesta - dell'ambiente poste in essere dall'I.L.V.A. e dagli odierni imputati ha subito discredito derivante dal mancato raggiungimento dei fini istituzionali dell'associazione potendo indurre gli associati a privarla del loro sostegno personale e finanziario’. “Confagricoltura Taranto – evidenzia Lazzàro - è intervenuta nel processo Ambiente Svenduto per tutelare i propri iscritti ma anche per affermare il principio che la pesca e l’agroalimentare non sono settori secondari all’industria, anzi sono il futuro sostenibile del territorio e fonte di lavoro per i giovani che non intendono lasciare la terra dove sono nati”.
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